cavalliMolti di voi che già frequentano centri ippici, avranno assistito a comportamenti disparati da parte dei nostri amici cavalli, spesso gli atteggiamenti di difesa o paura, vengono mal interpretati dagli utenti, scambiandoli per cavalli aggressivi o potenzialmente minacciosi.

Altre volte invece potreste aver assistito a comportamenti scorretti da parte degli utenti nei confronti dei cavalli, nati come sana passione, si trasformano poi in atteggiamenti che a lungo termine possono provocare instabilità caratteriali nei soggetti lesi, causati dagli sfoghi di frustrazione e incapacità di raggiungere gli obiettivi prefissati.

Il cavallo è dotato di una grande memoria, forte intelligenza e curiosità. Questo caratterizza il tipo di reazione che scaturisce nel conoscere una nuova cosa sia “positiva” che “negativa”.

Quindi se il nostro cavallo è spaventato o intimorito da una situazione, dovremmo sforzarci di non perdere il controllo e capire che probabilmente la sua reazione è un riflesso condizionato da un ricordo spiacevole, con il nostro supporto possiamo assisterlo e aiutarlo a superare questa difficoltà.

“Un esempio pratico può essere quando si affronta un salto nuovo, che il cavallo non ha mai visto, subito ne sarà intimorito, ma avvicinandoci e dandogli la possibilità di guardarlo con attenzione, lo salterà senza problemi al passaggio successivo.”

Solitamente la maggior parte delle problematiche relazionali con i cavalli, nascono da un tipo di rapporto coercitivo da parte dei cavalieri, che in questo modo risvegliano in lui il suo innato senso predato, insinuandogli il timore di essere ferito o mangiato da noi che per lui siamo predatori.

Quindi secondo lui, la sua vita dipende dalla capacità che ha di sfuggire al pericolo, cioè voi.

Ricordiamoci di immedesimarci nel suo modo di pensare prima di arrabbiarci perché potremmo scambiare un gesto, secondo noi irrazionale e di capriccio in semplice momento di paura.

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